martedì 28 ottobre 2008

Marco Pantani


Ode a Marco Pantani


Addio , Marco,
ultimo partigiano Johnny
delle nostre montagne
ultima paga del sabato ,
ultima primavera di bellezza
ventitreesimo e ultimo giorno d’Alba
con il casco nella selva
e la gobba d’oro
e il tuo volto da clown triste.
Con te se ne va l’utopia colorata
di rosa o di giallo
la fatica ossessiva e bestiale
che diventa mazzo di rose rosse
volo fuga infinita verso il cielo,
tu sei l’equilibrista dolcissimo

e crudele
del nostro destino
che chiude un ciclo
una storia
e un tempo irripetibile.
Era un ragazzo come tanti ,
con un sogno grosso così dentro.
Prese la bicicletta
e s'inventò le salite dov’era tutta pianura ,
e poi le curve - non quelle molli e rosacee
delle ragazze di Romagna
ma secche come una frustata di squaw ,
o le discese degli indiani
E le simmetrie degli abeti e dei mirtilli
tra la neve.

Ahi, Marco Burdel!
Sto qui come un orante
che ritaglia la mano dall’aria
per farti tornare a quel tempo
di assalti esaltanti e pericolosi
quando nel luglio infernale
stavamo svegli sul lettone
ad aspettare che tu
con il duro rapporto
e la forbice degli occhi
avresti mozzato le dita
e le ruote
a tutti
sull’ultima divina salita
sull’ultimo grido
lo sbigottimento
e il bacio feroce
che faceva rollare i pedali
e t’apriva rughe profonde
sulla fronte vittoriosa
il ghigno
che ci faceva restare tutti senza fiato
incollati al televisore

ignari e sospesi
tutti a pregare
– anche gli atei convinti –
– con le mani giunte, senza fiato
davanti a quello schermo pieno d’angeli
a quell’eden e inferno
in cui Adriano Dezan
coll’ape e il trifoglio pieno di lacrime
e il Gianni Mura grasso sudato
con la nera barba fenicia
e il volto tenero e duro
Ti cercavano
Ti pregavano
E dicevano col groppo in gola:
Marco oh Marco
se non ci fossi tu
che ciclismo sarebbe?
E ora?
Siamo tutti orfani senza di te.

Anche le salite hanno nostalgia
della tua bandana rosa e di quella musica,
di quell’ouverture da mille e una notte ,
terribile e splendente,
e anche le ultime aquile
e le ginestre che stanno vicino al cielo
sono condannate alla tua assenza.

Nessun commento: